Babacar: “Voglio restare a Firenze, giocando un po’ di più”

Su La Gazzetta dello Sport odierna c’è una bella intervista di Luca Calamai a Khouma Babacar, uno di quei giovani cresciuti nel vivaio che si stanno ritagliando uno spazio importante in prima squadra. Dalla passione per il basket («Non ero alto e giocavo da playmaker sognando numeri alla Jordan. Impazzivo per i Chicago Bulls») agli inizi («Degli amici di famiglia andarono da papà Mediour -che era presidente del Meissa, una società di pallone di Dakar- e gli dissero: “Guarda che tuo figlio non è male a calcio”. Venne a vedermi, scoprì che ero bravo e iniziò la mia carriera da attaccante), fino all’obiettivo da raggiungere in maglia viola («Il mio obiettivo è rimanere a Firenze, giocando un po’ di più»). Eccone un estratto:
La Fiorentina è a soli tre punti dalla zona Champions. 
«Possiamo recuperare. Magari anche grazie ai miei gol. Per quello che ho visto nel girone d’andata, neppure Juve e Roma sono più forti di noi». 
Contro l’Inter ha segnato una rete fantastica. 
«Però nella stessa partita ho sbagliato un gol facile e negli spogliatoi Montella mi ha dato un affettuoso scappellotto dicendomi: “Devi imparare a fare i gol sporchi”. Con l’Udinese ho ribattuto in rete una corta respinta del portiere e il mister ha applaudito». 
Cosa “ruba” a Rossi e a Gomez? 
«La furbizia e la freddezza. Pepito quando calcia a rete prende sempre la porta. Mario è un mito. Appena rompe il ghiaccio non lo ferma più nessuno». 
La stagione passata a Modena con Novellino è stata molto importante. 
«Il mister mi ha insegnato a stare con i compagni. Ero troppo tranquillo, silenzioso, riservato. Mi ha spiegato che il calcio è un gioco di squadra. Vince chi fa gruppo. Ancora oggi mi invia consigli via sms». 
I suoi idoli sono campioni di basket, ma nel calcio c’è un fuoriclasse che ammira? 
«Mi piaceva Beckham. E ora mi diverte Ibrahimovic». 
La Fiorentina le ha chiesto se era interessato a prendere la cittadinanza italiana. 
«Il mio sogno è quello di giocare un giorno nella nazionale del Senegal. Non parteciperò però alla prossima Coppa d’Africa perché non sono ancora pronto a difendere la maglia del mio Paese. Sono al mio primo campionato di serie A». 
Il gol che sogna di realizzare? 
«Prendere palla a centrocampo, scartare cinque avversari, mettere a sedere il portiere e appoggiare in rete. Contro la Juve, naturalmente». 
È vero che è una specie di mascotte nello spogliatoio viola? 
«Tutti mi vogliono bene, ma mi prendono in giro. A cominciare da Joaquin, Borja e Gonzalo. A volte arrivo un po’ addormentato al centro e mi massacrano». 
La Fiorentina in Europa League ha pescato il Tottenham. 
«Grande avversario. Londra regala sempre un’atmosfera speciale. Noi vogliamo andare avanti e vincere la Coppa». 

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