Coppa Italia Primavera, Fiorentina-Lazio 2-4: analisi di un’impresa non riuscita

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Alla fine non è successo. Il 3-1 dell’andata non è stato ribaltato, anzi, se possibile è stato peggiorato.

Con un risultato complessivo di 7-3 la Lazio porta a casa la Coppa Italia. Con pieno merito. I biancocelesti tornano a vincere il trofeo dopo trentacinque anni, dando seguito allo scudetto della scorsa stagione. È un periodo d’oro per il settore giovanile della Lazio, tornato ad essere florido di talenti come non capitava da molti anni. Lombardi (gol e due assist), Crecco (doppietta), Tounkara, Filippini, ma anche Keita e Cataldi: tutti ragazzi di cui sentiremo parlare molto in futuro. Pure il chiacchierato Minala, ieri migliore in campo per palloni recuperati (20) e autore del terzo gol. Gli aquilotti stravincono il confronto sul piano fisico e non solo, confermandosi una squadra già matura a livello giovanile. Inzaghi sta proseguendo l’ottimo lavoro svolto da Bollini fino a gennaio, lasciando inalterati modulo e mentalità. Solidi difensivamente, fisici a centrocampo, letali e veloci nelle trame offensive. Esteticamente lontana dai canoni del tiki-taka, ma tremendamente efficace e cinica. Se continuano così sarà difficile scucire il tricolore dalle loro maglie alle prossime final eight.

Dopo il meritato elogio della Lazio vincitrice, è giunto il momento dei vinti, della Fiorentina. I numeri dicono molto, se non tutto, della partita dei ragazzi di Leonardo Semplici. I viola hanno avuto un possesso palla maggiore (53% contro 47%), hanno tirato più in porta (7 tiri a 5, complessivamente 18 a 7), ma hanno avuto la grave colpa di non concretizzare le azioni da gol create e di essere troppo fragili in fase difensiva. Disattenti sui calci piazzati, non a caso le reti di Lombardi e Minala sono nate da corner, e facilmente penetrabili in contropiede. La doppietta di Crecco ne è la prova lampante: azione che si sviluppa centralmente, passaggio a tagliare fuori i due centrali con il terzino, in entrambe le occasioni Venuti, che non riesce a chiudere consentendo all’esterno di presentarsi a tu per tu con Bertolacci e superarlo facilmente. Offensivamente è mancata la precisione, soprattutto nei minuti iniziali, quelli che potevano far scrivere una trama diversa per la partita. Un’analisi molto vicina a quelle di alcune sconfitte della Fiorentina di Montella, a volte troppo palleggiatrice e poco concreta, bella ma non vittoriosa. Non sarà certo una partita a far cambiare opinione sul lavoro di Semplici e dei suoi ragazzi, cresciuti sotto molti aspetti da inizio stagione. La squadra è tra le più giovani del campionato, ha raggiunto la semifinale del Viareggio e la finale di Coppa Italia, è ad un passo dalla qualificazione matematica alle finali scudetto. Le critiche distruttive non servono a niente, se non, appunto a distruggere quanto di buono fatto fin qui.

FIORENTINA-LAZIO 2-4 (andata 1-3)
FIORENTINA (4-3-3): Bertolacci 5.5; Venuti 5, Madrigali 5, Mancini 5, Zanon 5.5; Capezzi 6, Petriccione 5.5 (72′ Diakhate sv), Berardi 5; Bangu 6; Gulin 5.5 (63′ Bandinelli 5.5), Gondo 5. A disp.: Bardini, Ansini, Dabro, Di Curzio, Gigli. All.: Leonardo Semplici 5
LAZIO (4-3-3): Strakosha 6.5; Pollace 6, Ilari 6.5, Filippini 6.5, Seck 6.5; Elez 6 (77′ Oikonomidis sv), Murgia 6 (57′ Pace 6), Minala 7; Lombardi 8 (72′ Milani sv), Tounkara 6, Crecco 7.5. A disp.: Guerrieri, Mattia, Costalunga, Perocchi, Sterpone, Milani, Palombi, Steri, Fiore, De Angelis. All.: Simone Inzaghi 7.5
Arbitro: Riccardo Ros di Pordenone
Reti: 5′ Lombardi (L), 20′ Crecco (L) 45′ Bangu (F), 53′ Minala (L), 65’ Crecco (L), 89’ Bangu (F)
Note: ammoniti Gondo, Crecco, Mancini, Pace, Petriccione, Seck; al 28′ Bangu (F) ha sbagliato un calcio di rigore; recuperi 1′ pt e 4′ st.

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