I trofei con le giovanili, l’esordio precoce, i gol in prima squadra. Khouma Babacar ha conosciuto Firenze da ragazzo e la lascia da uomo. Undici anni in maglia viola, intervallati da alcuni prestiti (Santander, Padova, Modena), per un totale di 39 gol in 127 presenze.
Tanti? Pochi? Ognuno è libero di farsi la propria idea, restano i fatti. Come quel gol al Chievo Verona, il 14 gennaio 2010 in Coppa Italia, che lo ha reso il più giovane giocatore della Fiorentina ad aver segnato tra i professionisti. Oppure quello al Genoa, del 20 marzo, che inserì il suo nome al sesto posto tra i marcatori più giovani di sempre in Serie A e al primo tra i goleador stranieri più giovani della massima serie.
Nelle giovanili ha segnato tanto e, soprattutto, vinto. Uno scudetto Allievi Nazionali nella stagione 2008/09, con Renato Buso in panchina. E poi una Supercoppa Primavera, nel 2011, con Leonardo Semplici. Nel mezzo una quarantina di gol, che non potevano non condurlo al salto precoce tra i grandi, con il debutto proprio in occasione della sfida al Chievo in Coppa Italia.
Paradossalmente, la grande promessa dalle “potenzialità illimitate”, come disse Cesare Prandelli, in prima squadra non ha mai avuto una reale chance da titolare. Troppo giovane per strappare il posto a Mutu, Gilardino e Jovetic. Troppo con la testa tra le nuvole per i principi di Mihajlovic. La triplice avventura lontano da Firenze lo ha fatto maturare, soprattutto grazie al lavoro di Novellino a Modena. Il ritorno con Montella e Sousa, con il quale nel 2016/17 ha vissuto la miglior stagione (14 gol in 31 presenze), quindi Pioli.
Mai titolare, sempre subentrato in corsa e spesso decisivo. Il contratto in scadenza nel giugno 2019 e i mancati segnali di rinnovo hanno imposto alla Fiorentina e al giocatore una scelta. Che non è stata sinonimo di rilancio, come avvenuto nell’estate 2015, ma di addio. Mancano solo i comunicati ufficiali, ma Babacar è pronto a rimettersi in gioco al Sassuolo. Buona fortuna Khouma!
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